Sono Caterina, ho diciannove anni, ne compirò venti a novembre. Al momento studio biologia, ma probabilmente l’anno prossimo andrò a studiare anche fisica. Sono la prima di sette fratelli e questa, probabilmente, è la cosa più interessante. Amo leggere, stare nel verde (quindi non a Padova), mi piace dove vivo perché sono in mezzo alle colline e ho le montagne alle spalle che mi proteggono.
Da quando sono nata ho vissuto a Chiuppano fino al 2009, quindi fino a 5 anni, me lo ricordo abbastanza bene, avevamo la casa non ristrutturata, quindi la casa vecchia. Poi siamo andati via dal 2009 al 2010 e quindi durante la mia prima elementare e la nascita di Agata sono stata a Cogollo mentre la casa veniva ristrutturata perché eravamo in troppi e bisognava buttare giù muri e fare stanze. Siamo stati quei due anni a Cogollo in una casa su per il monte e poi siamo ritornati a Chiuppano e adesso vivo lì, dal 2011.
A casa mia non si è mai soli e mai annoiati perché c’è sempre qualcosa da fare, se non mettere a posto, di sicuro litigare oppure tenere a bada i miei fratelli perché non si sfracellino in giro. Non stiamo tanto tempo in casa, diciamo che in inverno tocca, perché fuori fa abbastanza freddo, d’estate è diverso.
Ormai i miei fratelli non sono tutti già grandi, ma abbastanza grandini, quindi son tutti o dall’amichetto o comunque vanno ai centri estivi quindi, anche se non c’è scuola la mattina, non sono a casa e poi il pomeriggio vanno in collina, al parco, all’ Astico (che è il fiume).
La nostra casa ha l’appartamento sotto che è quello dove abitiamo noi, quello sopra, al secondo piano, è quello dove abitano i miei nonni, adesso solo mia nonna materna, e praticamente è come se fosse casa nostra perché siamo sempre lì. La mamma la chiama la casa dei balocchi perché mia nonna ci compra di tutto e di più, tutto quello che a casa non abbiamo, i nostri non ci comprano cose tipo la Nutella, i wurstel o i toast con le sottilette.
Anche adesso, se studio a casa, studio sempre di sopra perché c’è una stanza a nord che è molto fresca, quindi sto li a studiare. Altrimenti c’è la stanza dai nonni paterni a Thiene e in bicicletta all’andata ci metto 15 minuti perché è in discesa e quindi ci metto pochissimo, al ritorno un po’ di più, comunque non è così distante e la strada per i campi è bella. Lì vado spessissimo perché i nonni sono sempre stati molto aperti e mi dicono sempre “vieni quando vuoi, porta chi vuoi”; quando ero al liceo avevo l’abbonamento e con l’autobus potevo spostarmi facilmente tra Schio e Thiene, andavo a pranzo una volta alla settimana, andavo lì a dormire nel week end e anche adesso vado lì a dormire molto spesso. Loro mi chiamano mina vagante perché telefono la sera, chiedo “siete a casa?” e dico “arrivo”. Mi hanno anche dato la copia delle chiavi di casa e quindi posso andare quando voglio, per loro non ci sono problemi, è come casa mia.
E’ difficile parlare di un ricordo particolare legato alla casa perché alla casa di sicuro sono affezionata, soprattutto alla mia camera, che è piena di cose. Ho sempre tenuto all’ordine, fin da quando ero piccola la mia camera era sempre linda, chiamavo i miei e dicevo “guardate che ho messo a posto”. Mia mamma invece è sempre stata molto disordinata e quindi la nostra casa è la “casa degli orrori”.
Tutte queste tre case sono case del cuore perché ci ho passato tanto tempo, quando ero piccola non stavo tanto a casa a Chiuppano, stavo sempre dai nonni perché i miei genitori lavoravano.
All’asilo, ogni mercoledì, il nonno Giampiero mi veniva a prendere e andavo a Thiene a casa loro, bevevo il latte con i biscotti al cioccolato, che erano molto buoni, e guardavo un sacco di cartoni animati. C’erano ancora le cassette, inserivo le cassette e alla fine della visione le riavvolgevo così poi le avevo in ordine. La mia casa, quella di Chiuppano, è la più importante perché ha il giardino, l’ha costruita mio nonno materno nel ’62 e intorno non c’era niente perché è nella parte della Chiuppano nuova e intorno c’erano solo campi. Poi c’è stato chi ha comprato appezzamenti di terra vicino, ma comunque loro hanno tenuto uno spazio considerevole dove abbiamo l’orto, tanti alberi, abbiamo i lamponi, il salterello , poi abbiamo altalene appese dappertutto e anche le amache. Adesso che è estate, quindi fuori si sta benissimo, è proprio bello anche solo il verde, affacciarsi dalle finestre della cucina e vedere tutto il verde del giardino, camera mia invece dà sull’alloro e su un pruno che sta proprio di fianco e mi batte sulla finestra. Vedo tutte le colline, quindi anche da lì c’è la vista sul verde ed è proprio bello. Invece dalla parte esposta a nord si vedono le montagne che sono anche quelle bellissime.
La nonna ha un terrazzo bello grande e poi c’è il sottotetto con una terrazza sul tetto e da lì, se ti arrampichi, anche se non si dovrebbe fare, si vedono benissimo le montagne tutto intorno. Di sera vado su a dormire, mettiamo dei materassi e il piumone, perché anche se è estate di notte fa freddo e vado a veder le stelle.
Io non ricordo benissimo com’era la casa prima di restaurarla perché ero piccola, avevo 5 anni quando siamo andati via, ma secondo me era più bella prima perché adesso ha meno carattere. Secondo me i miei erano stanchi e non ci hanno messo tanto… si abbiamo una libreria gigantesca piena dei loro libri e anche dei miei, però è l’unica cosa. Prima non c’era l’openspace, adesso hanno buttato giù il muro e c’è la cucina collegata al salotto, prima c’era un muro che li separava e quindi era tutto più piccolo e poco luminoso. Avevamo un solo bagno e soprattutto, cosa più importante, mia mamma aveva dipinto tutte le pareti con dei tramonti, aveva fatto anche un autoritratto e un ritratto del papà e quindi le pareti erano molto belle mentre adesso sono bianche, si fa per dire, perché ovviamente ci sono tutti i ghirigori dei miei fratelli. Se fosse casa mia cambierei tutto, forse lo farebbero anche i miei, ma adesso non ha senso ancora perché i più piccoli hanno 10 anni e sono scalmanati, il divano è distrutto, ormai lo distruggiamo definitivamente e poi ne prenderanno uno nuovo quando saremo tutti più grandi. La casa è bella perché ci sono molte finestre e quindi è molto luminosa, ma a terra abbiamo la veneziana, che è un regalo di nozze, però quando spazzi non si capisce mai se è pulita o no.
A me pacerebbe il parquet come ho in camera mia, a me basta il legno e poi bastano poche cose, non c’è bisogno di tanto. Però, dato che ho tanti libri, non li ho contati però sono più di 1200 perché nel corso degli anni ho fatto spese pazze, mi piacerebbe avere librerie a muro dappertutto, in tutte le stanze tranne che in cucina e in bagno ovviamente. Non ho un’idea precisa di come arrederei una casa mia, va bene quello che c’è, vado all’usato trovo una libreria che mi piace e me la porto a casa, oppure me la faccio, se riesco. Il fratello di mia nonna materna è falegname ed è pieno di robe, lì c’è un problema di accumulazione seriale, però qualsiasi cosa non funzioni si manda dallo zio Giambattista che la mette a posto.
Quando sono a casa, pulisco, faccio un sacco di lavatrici, c’è sempre tanto lavoro da fare, faccio da mangiare, lavo i piatti. Poi c’è questa cosa d’estate e soprattutto in primavera, quando si comincia a seminare, nessuno vuole uscire dalla porta principale perché se la nonna ti becca ti prende e ti manda a vangare. Quindi si, vango, do da bere alle piante la mattina presto, taglio l’erba, ci sono sempre un sacco di cose da fare.
Io ho sempre studiato tanto, molto immersa in quello che sto facendo e anche se c’è il caos più totale, tutti che fanno casino, sbraitano, studiando riesco a straniarmi, a isolarmi e quindi non mi è mai pesato, anzi studiare nel silenzio mi fa un po’ senso perché sento la mia voce.
Nella mia stanza ci sono tutti i miei libri e tutte le mie cose perché anch’io accumulo tanto, c’è un sacco di roba però non ci sto tanto, sì ci dormo, ma per il resto sto in salotto o su dalla nonna.
Parlavo proprio ieri con un mio compagno su cosa rappresenta la casa, io mi sento una persona sedentaria, anche se non vorrei, per cui pensando anche ad una possibile magistrale oppure qualche altro master o il dottorato, se mai lo farò, o anche il tirocinio all’estero di un anno, massimo due, penso anche che poi tornerei a casa perché sono affezionata alla casa, ma soprattutto all’atmosfera che c’è, non intendo in famiglia, ma intendo i monti, le colline e anche l’aria, l’ambiente. E poi se voglio andare a correre o a camminare posso prendere la macchina e andare in montagna, oppure posso anche soltanto fare il giro delle colline, oppure posso andare al fiume, sono strafortunata da questo punto di vista. Vorrei essere un po’ più dinamica, ma questo è proprio il mio ambiente. Sì, sono anche dinamica ma per necessità, vado a Padova che è a 60Km. Casa mia è un posto in cui respiro, ma in realtà non ci passo molto tempo perché vado molto spesso dai miei nonni a Thiene che è un centro più grosso, anzi Chiuppano non è un centro, sì ha le case ma viene chiamato anche ospizio diffuso perché ha tanti migranti e ci sono pochi bambini, anche se in realtà vedo passeggini dappertutto. In verità sono spesso in giro, o a far ripetizioni oppure dal mio moroso che abita a Thiene e sono spesso anche a casa sua. Quindi Thiene è il mio posto di riferimento, ci sono le mie cose, anche se è troppo poco verde, troppo trafficata. Quando ero più piccola ero molto più legata alle mie cose, adesso ci dò molto meno peso. Adesso condivido la stanza con Maddalena, l’ho condivisa con tutti i miei fratelli, adesso è il turno della Maddalena che è la terza, io dico che è mia ma solo per farle un torto, sì ci sono le mie cose però alla fine ci dormo solo.
Amo tutte queste case, sono tutte bellissime, quella dei miei nonni di Thiene, dove dormo nella stanza che era di mio papà e che ormai è diventata mia, dove c’è il pianoforte, il violino, la scrivania, è piccolina ma è molto bella, (una volta suonavo il violino, adesso ogni tanto strimpello), e poi quella della nonna Angelina proprio per come è arredata, come è fatta, è rialzata e ha il terrazzo sul tetto. Pensavo di chiedere alla nonna se mi affitta la stanza dei libri a nord, è piena libri, c’è un letto, la scrivania con la macchina da cucire. Tra tutte forse sceglierei questa.
Ho tante case in cui posso stare, io mi adatto facilmente, anche quando vado in giro a fare volontariato non ho problemi ad acclimatarmi, l’unico problema è che faccio fatica a dormire da sola. A casa c’è sempre il caos più totale, anche di notte, io ho sempre dormito con qualcun altro e quindi da sola ho un po’ paura, anche qui a Padova dove sono da sola e ho una camera grande, mentre a casa mia la camera è piccolina, poi ci sono due letti ed è piena di cose dappertutto, il pavimento lo vedi e non lo vedi.
Se dovessi pensare ad una casa mia, sarei incerta perché da una parte mi piacerebbe vivere a Chiuppano, però poi non lo so, probabilmente alla fine me ne andrò, anche se sono sedentaria me ne andrò, o per necessità o per altro, però mi piacerebbe una casina piccolina perché non ho bisogno di tanto spazio, libri a parte, con tante finestre perché mi piace la luce, con la cucina separata dal soggiorno e due bagni. Non ho tante esigenze, secondo me non è tanto la struttura, ma quello che ci metti dentro. Vorrei trovarla già pronta, (ride … se no mi faccio affittare la stanza dalla nonna).
Due bagni sono importanti perché noi abbiamo tre bagni però siamo in nove, per cui quella volta che tutti e tre sono occupati e tu devi andare in bagno non sai cosa fare. Non so se condividerei la casa con qualcuno, di sicuro con dei gatti, già ne abbiamo tre a casa e anche se all’inizio mio papà era restio a farli entrare in realtà è lui che va ad aprirgli la porta. Quindi con i gatti sicuro, però adesso non so, poi vedremo perché forse avrei paura a star da sola. Però in realtà mi piace star da sola, a parte la notte, per il resto preferisco stare da sola. Sì mi piacerebbe una casa in mezzo al verde, ovviamente non troppo in alto perché mi sposto in bicicletta, oppure dovrei fare un investimento nella bici elettrica. Non è importante la struttura della casa, anche nei condomini, per esempio quello dei miei nonni, da fuori è anonimo condominio mentre dentro ci sono tutte le foto dei loro viaggi, un sacco di libri, di enciclopedie: è quello l’importante. Quindi dalla nonna Angelina vado a veder le stelle, soprattutto a San Lorenzo quando ci sono quelle cadenti e poi lì trovo tutto. Quando avevo l’influenza mi faceva la passata di piselli, ogni mercoledì ci fa da mangiar cose tipo il pollo e le patatine fritti, oppure la pasta e fagioli, la carbonara, tutte cose buone e poi vado sempre lì a fare i dolci perché la nonna ha tutti gli strumenti necessari, mentre giù da noi non abbiamo niente e quindi vado lì a cucinare, a studiare, a fare i riposini. E poi la nonna era parrucchiera e quindi ci taglia i capelli, io non sono mai stata dalla parrucchiera. Nonna Angelina non ha studiato, ha fatto la quinta elementare e poi è andata a fare la parrucchiera, però sa un sacco di cose dovute all’esperienza e poi guarda molto la televisione, ascolta trasmissioni per esempio Barbero o Augias e quindi anche se non ha studiato poi mi dice delle cose che io penso: “ma questo l’ha detto Marx, questo l’ha detto Hegel!”.
Anche dagli altri nonni vado a studiare e soprattutto a chiacchierare di un sacco di cose, poi c’è il cibo, il sabato vado a pranzo e mi fanno la pasta piccante e poi festeggiamo i compleanni, quelli con la famiglia e ci sono tutte le foto dei vari compleanni, anniversari, quindi la storia della famiglia.
Invece a casa mia c’è il lavoro duro, olio di gomito.
Per quanto riguarda gli oggetti che vorrei nella mia casa, non so, dire la libreria è scontato, pensavo alle bottiglie di vetro con dentro l’acqua con lo sciroppo di sambuco che preparo io, ti da un attimo di ristoro dopo aver lavorato dentro la casa. Non ho mai dato troppo peso alla casa, non ho mai pensato seriamente al concetto di casa, un po’ perché mi sposto tanto da una casa all’altra. Anche nella letteratura, studiata a scuola oppure che ho sviscerato da sola, non ho mai approfondito questo aspetto, sulla stanza sì, ma è già diverso perché è uno spazio più intimo, la vedo come un guscio, qualcosa di protettivo, anche semplicemente quando fuori c’è il temporale.
Credo che penserò di più alla casa perché è stato stimolante,